Avolte ritornano. Tra gli sfidanti alle primarie del Municipio III c’è anche Paolo Marchionne: già minisindaco a Montesacro dal 2013 al 2016, attuale collaboratore della Giunta Zingaretti in Regione presso l’assessorato all’urbanistica. E’ membro della segreteria romana del Pd. Quarant’anni appena, vanta un’esperienza politica di lungo corso: prima a Piazza Sempione come consigliere di opposizione, nel 2013, vinte le primarie contro Riccardo Corbucci, la candidatura a presidente e l’elezione superando il candidato di centrodestra, Cristiano Bonelli. Esperienza interrotta dalla caduta del sindaco Ignazio Marino. Nel 2016 elezioni perse contro la candidata grillina Roberta Capoccioni, anch’essa caduta poi anzitempo. Tenterà di ripartire da li Paolo Marchionne, forte anche dell’endorsement dell’attuale presidente Caudo. In questi anni
La sfida in casa è con l’attuale assessore Francesco Pieroni, sempre Pd. Corrono per Piazza Sempione anche Marina D’Ortenzio di Liberare Roma e Angela Silvestrini di Demos.
Oltre il ruolo di consigliere un’esperienza da minisindaco troncata prematuramente per la caduta del Sindaco Marino. Perchè ha deciso di ricandidarsi presidente del Municipio III?
Perché credo che la città debba ripartire dai quartieri, dove il protagonismo civico e politico dei cittadini è decisivo per risolvere i problemi comuni. Sono rimasto favorevolmente colpito e anche sorpreso dalle tante richieste di singoli e realtà organizzate che mi hanno chiesto un nuovo impegno per il nostro territorio. Inoltre il III municipio nel 2018 è stato un apripista nell’affermare un fronte ampio di forze democratiche e di sinistra in grado di dare risposte concrete alle richieste dei cittadini. Da iscritto al Pd e amministratore locale ho sempre pensato che il contatto quotidiano con le persone sia fondamentale. E per il fortissimo legame che ho con questo territorio, ho sentito una grande responsabilità nel rispondere all’appello che mi hanno rivolto in tanti e tante. Voglio impegnarmi in prima persona per rappresentare questo fronte ampio partendo da un punto chiaro: o il Partito Democratico si dà l’obiettivo di unire esperienze diverse attorno ad un progetto di governo oppure si chiude in sé stesso e perde.
Ripartirà da dove ha lasciato? Quali i progetti che le piacerebbe riprendere e realizzare? Quali sono le tre priorità che dovrebbe affrontare il prossimo presidente del Municipio III?
Non possiamo fare finta che nulla sia accaduto dal 2016 ad oggi. Negli ultimi 3 anni sono stati avviati per merito del Municipio interventi di riqualificazione dei quartieri e realizzazione di nuovi spazi pubblici, durante la pandemia l’amministrazione ha saputo mettere insieme volontariato, imprese sociali, attività produttive per sostenere le persone più in difficoltà, ha lavorato per nuovi servizi per l’inclusione, per la parità di genere, per la vita autonoma delle persone con disabilità, basti pensare ai progetti sul dopo di noi, si sono riattivate iniziative culturali e di socialità inaspettate e di grandissimo pregio. Questo solo per fare alcuni esempi. È un lavoro che va proseguito, da qui che si riparte.
Lavoro e contrasto alle disuguaglianze. Quando supereremo definitivamente la pandemia pagheremo ancora a lungo i suoi strascichi sociali ed economici, per questo dovremo impegnare il Municipio, seppur con le sue competenze così limitate, per costruire politiche di sostegno al reddito, reinserimento lavorativo, creazione di nuova impresa sociale, reti delle attività economiche locali e patti di comunità a sostegno del commercio e delle famiglie. Penso ad esempio alla messa a disposizione di tutti i locali commerciali chiusi da decenni, di proprietà pubblica che possono essere un nuovo valore per via delle Isole Curzolane, via Monte Cervialto, e alla riattivazione di interi quartieri come Vigne Nuove o Colle Salario.
Scuola, servizi all’infanzia. Mettere le scuole al centro di un programma di investimenti per garantirne la sicurezza e la piena fruibilità degli spazi interni, così come la loro accessibilità: quasi ovunque se mettessimo maggiore attenzione ai percorsi pedonali, gli attraversamenti e le piazze intorno agli edifici scolastici attiveremmo percorsi di autonomia e sicurezza come il bike to school e il pedibus, oltre a dare nell’immediato luoghi di socialità e incontro di cui in tanti quartieri c’è bisogno. Facemmo nel 2015 un piccolo intervento di rifacimento e allargamento di piazza Monte Baldo per la scuola Don Bosco e ora tutti posso fermarsi a parlare, giocare a pallone, rincorrersi. Inoltre in ogni quartiere la scuola pubblica è presente ed è un elemento focale della vita di ciascuno, dovremmo lavorare per utilizzarle oltre l’orario scolastico per far tornare a scuola genitori e nonni, magari insieme ai figli e ai nipoti, con iniziative culturali e di formazione, e provando partire da lì per aprire nuove aule studio, ludoteche, biblioteche, centri per la famiglia. Tutte funzioni di cui ci siamo abituati a fare senza, ma che invece dobbiamo impegnarci a insediare in tutto il territorio.
Cura del verde e mobilità sostenibile. Vorrei che il nostro fosse un municipio che investa sull’ambiente e sulla transizione ecologica. Abbiamo due riserve bellissime da tutelare e vivere: la valle dell’Aniene e Marcigliana mai come in questo periodo ne abbiamo riscoperto l’importanza e il valore. Sono un enorme ricchezza e bisogna replicare il bando per dare le terre ai giovani agricoltori, perseguire con ogni mezzo chi le usa come discarica abusiva, promuovere percorsi e fruibilità e insieme promuovere le attività economiche che esistono e insediarne di nuove. Penso ad una fattoria didattica, ad un agriasilo, al centro di educazione ambientale, e a tutto quello che di compatibile si può fare lì creando lavoro e allo stesso tempo dando nuovi servizi a beneficio di tutti e tutte.
Allo stesso tempo dobbiamo sperimentare una gestione sostenibile e dei rifiuti e forme di economia circolare per uscire dalla continua morsa dell’emergenza dei cassonetti sempre stracolmi di rifiuti.
Lei in Municipio III, Torquati in XV. Il Partito Democratico di Roma, dopo la debacle del 2016, punta a ripartire da chi ha già maturato un’esperienza oppure è stato incapace in questi cinque anni di formare e trovare altri giovani (o meno) che potessero aspirare a guidare un municipio?
L’esperienza Marino è finita come sappiamo, ma dobbiamo andare avanti. Come dicevo all’inizio i municipi rappresentano un livello decisivo per i cittadini, ma hanno bisogno di una nuova autonomia amministrativa per poter rispondere e risolvere veramente e senza intermediari i problemi dei quartieri della città. Non è un percorso né semplice né scontato, occorrono competenze e iniziativa politica. Ci sono 15 municipi a Roma, ognuno con le sue specificità, ci sono tanti profili diversi in campo e con le primarie, una grande festa della partecipazione, ogni municipio sceglierà la migliore candidatura a presidente. Per quanto riguarda il III municipio metto certamente a disposizione la mia esperienza, il mio entusiasmo, ma sono anche il più giovane tra i candidati in campo.
Caudo ha fatto un chiaro endorsement nei suoi confronti, intanto sta facendo tappa sul territorio con Gualtieri. Alle primarie per il sindaco lei chi sceglie: Gualtieri o Caudo?
Scelgo Roberto Gualtieri per le tante esperienze che ha avuto: il Ministero dell’Economia nella fase più difficile che il nostro Paese ricordi, il grande risultato del Recovery Plan, la visione europea maturata negli anni di Bruxelles, di cui la nostra città ha un enorme bisogno. Dal mio punto di vista quello di Roberto è il profilo migliore per Roma. Per far ripartire la città e farla tornare a occupare, in Europa e nel mondo, il posto che le spetta. Giovanni Caudo è stato generoso nel manifestarmi sostegno sapendo già che avrei sostenuto un altro candidato sindaco alle primarie. Nutro per lui una grande stima, spero che possa essere parte di una squadra larga e di alto livello, di cui la città ha bisogno per cambiare pagina rispetto ai disservizi e all’umiliazione che come romani viviamo ogni giorno. Aggiungo che sono felice che in questa avventura insieme a me ci sia il Pd, il mio partito, ma anche tante altre persone, con competenze, estrazioni e appartenenze diverse. Tutte e tutti insieme non per trovare una mediazione, un compromesso, ma per offrire un progetto di governo efficacie costruendo un fronte ampio totalmente alternativo alle destre.
La pedonalizzazione di Piazza Sempione ha fatto molto discutere. E’ d’accordo con il progetto così come proposto? La partecipazione dei cittadini è stata assicurata?
Sinceramente mi sembra che se ne sia parlato sin troppo anche a discapito di altre azioni messe in campo dall’Amministrazione. Al di là delle polemiche, quel che conta è che presto potremo contare su un spazio pubblico al posto di un parcheggio. Impegnamoci perché sia luogo di incontro e di cultura, accogliente e vivibile e a portare bellezza e socialità in tutto il territorio. Lo dico da uomo di sinistra. È un intervento importante, atteso da sempre, direi. Abitando a Monte Sacro ho sempre ascoltato e discusso con tanti amici, vicini di casa, conoscenti, con le idee più disparate e diverse sul tema della pedonalizzazione di piazza Sempione. Mi sembra chiaro che ora si è arrivati al lieto fine: la piazza si riqualifica, si ridà al quartiere una piazza vera e propria, la statua resta dov’è, ripulita e riqualificata. Ora pensiamo a nuovi interventi, magari come ho detto prima, davanti alle scuole più periferiche: a via di Settebagni i bambini escono da scuola e si ritrovano in un controviale-parcheggio di una strada trafficata, a loro rischio e pericolo. Conosco una nonna che inveisce contro gli automobilisti che sfrecciano incuranti. Stessa cosa succede a Nuovo Salario, a Castel Giubileo, a Talenti e in altri quartieri. Ecco vorrei che anche questo piccolo scampolo di tempo, che ci separa da qui al 20 giugno e poi al voto di ottobre, lo utilizzassimo per prendere un impegno su queste cose, invece che recriminare e cantare vittoria su risultati già raggiunti.
A Settebagni via il porta a porta, tornano i cassonetti. Cosa ne pensa: rimodulazione del servizio necessaria o resa davanti alle difficoltà?
Che la raccolta differenziata in città sia ferma al palo proprio dal 2016 non è un caso! E oltre a Settebagni in questi anni hanno chiesto il ritorno ai cassonetti stradali in tanti a Cinquina, Casal Boccone e a Santa Maria delle Grazie. E’ il fallimento più pesante della sindaca Raggi, che cambiando di continuo assessori e dirigenti di AMA, ci ha fatto perdere cinque anni. Sommersi dai rifiuti. In questi giorni il Campidoglio ci dice che comprerà degli impianti di Trattamento Meccanico Biologico dai privati. Sempre frasi al futuro, che provocano solo disservizi e la tariffa rifiuti più cara d’Italia. Di certo non permetteremo nuovi impianti sul sito di Villa Spada.