La notizia circola in sordina tra gli addetti ai lavori. E con essa la sorpresa dei diretti interessati rimasti allibiti. Il Comune avrebbe fatto visita ai rom dell’ex cartiera di via Salaria, 971, il centro di accoglienza che ospita circa 350 cittadini provenienti dai passati sgomberi dei grandi campi (e riqualificato nel 2011 con più di 1 milione e mezzo di euro, ndr), portando la lieta, si fa per dire, novella.
A breve le famiglie verranno trasferite in un nuova struttura in zona Torre Maura, per la precisione presso l’ex azienda ospedaliera San Giovanni dell’Addolorata, gestita dall’Arciconfraternita del SS. Sacramento e di S. Trifone, sita in via dei Codirossoni. Per “breve” si intende domani mattina. Al momento non sono noti né i dettagli dell’operazione né sono circolate dichiarazioni ufficiali delle istituzioni che possano spiegare le motivazioni del gesto.
I cittadini rom del centro non hanno la più pallida idea di cosa li aspetti e, a quanto emerso, nessuno li avrebbe avvisati prima né tanto meno li avrebbe consultati. Il tutto a una settimana dalla fine della scuola che per alcuni studenti del campo significa esami di ammissione.
A commentare la notizia l’Associazione 21 Luglio, da sempre a fianco dei diritti rom e attenta osservatrice di campi e piani nomadi. “Il trasferimento forzato dal centro di raccolta rom di via Salaria“, dichiarano i rappresentanti, “verso la nuova destinazione predisposta dalle autorità del Comune di Roma, avviene a ridosso del ballottaggio per l’elezione del futuro sindaco, senza un preavviso adeguato e in mancanza di genuine consultazioni con i diretti interessati dall’espulsione.”
Il tentativo di trasferimento forzato organizzato dal Comune di Roma priva i residenti del centro della possibilità di influire nel processo decisionale che interessa direttamente il loro futuro e costituisce una violazione degli standard internazionali in materia di diritto a un alloggio adeguato”. In altre parole, nessuno li avrebbe interpellati, evitando così il rischio di intercettare volontà contrarie.