Ama annuncia gli interventi straordinari. Costo: 1milione 286mila euro

Ama annuncia gli interventi straordinari. Costo: 1milione 286mila euroUn milione di euro per eliminare la puzza. Questa mattina, nel corso della conferenza stampa organizzata da Ama SPA insieme a Comune e Municipio, l’amministrazione ha annunciato tutte le misure che saranno prese per risolvere un problema che ormai da diversi mesi grava su residenti e lavoratori della zona.

Il “pacchetto di interventi nell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti di via Salaria” mira quindi a ridurre l’intensità delle emissioni olfattive e garantire un ottimale funzionamento della struttura. A presentare gli interventi che partiranno a breve, questa mattina erano presenti l’Amministratore Delegato di Ama, Salvatore Cappello, il direttore operativo Giovanni Fiscon, insieme all’assessore capitolino all’Ambiente Marco Visconti, e al Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli.

Ecco gli interventi previsti (tempi di realizzazione stimabili da 1 a 5 mesi)

  • Perimetrazione della tettoia (quella vicina alle attività adiacenti l’impianto, pr intenderci) sovrastante il piazzale in cui escono i materiali di scarto trattati consistente, in particolare, nella realizzazione di una barriera trasparente fono-assorbente per contenere eventuali emissioni derivanti dalle attività svolte e di un sistema di aspirazione (entro 3 mesi).
  • Realizzazione di un sistema di contenimento degli odori posto in linea con le presse adibite alla compattazione delle balle di CDR e degli scarti.
  • Realizzazione di un sistema di nastri trasportatori in grado di deviare il flusso degli scarti direttamente all’area di stoccaggio, che, oltre a ridurre le emissioni, consentirà di diminuire il traffico di automezzi (entro 4 mesi).
  • Costituzione di una barriera arborea di circa 330 piante sempreverdi (tipo gelsomini) in grado di contenere e ridurre le emissioni di odori (entro 3 mesi).
  • Installazione di barriere di isolamento acustico e di contenimento degli odori, con barriera antivento, nelle parti dell’impianto che confinano con altre attività presenti nell’area (entro 5 mesi).
  • Copertura delle vasche di biofiltro con una struttura fissa (già autorizzato e con tempi di esecuzione di 4 mesi).
  • Sostituzione del materiale filtrante (entro 2 mesi).

Questo il pacchetto degli interventi strutturali, cui si aggiungeranno i provvedimenti per il controllo delle condizioni ambientali dell’area. In particolare, Ama ha assicurato che verranno effettuati nuovi studi ambientali, eseguiti dall’Istituto Mario Negri, e che i risultati dei controlli verranno pubblicati sul sito di Ama, come richiesto oggi da un residente. Nel frattempo, entro il mese di Novembre, verrà attivato un numero verde per raccogliere le segnalazioni dei cittadini. Entro un mese sarà inoltre attivato il servizio di lavaggio dei mezzi adibiti alla raccolta e allo scarico dei rifiuti, mentre si è già intensificato il lavoro di pulizia e lavaggio quotidiano di strade e piazzali interni alla struttura.

La posizione dell’amministrazione Capitolina

Durante la conferenza il Presidente del Municipio Cristiano Bonelli e l’assessore Marco Visconti hanno più volte ribadito, atti alla mano, che la realizzazione di questo impianto è stata voluta e autorizzata nel “lontano” 1999 dal Presidente della Regione Lazio Piero Badaloni, e che l’amministrazione si trova oggi a dover fare i conti con un impianto di smaltimento rifiuti che è evidentemente troppo vicino alle abitazioni.

E’ assolutamente paradossale che le persone che allora hanno voluto questo impianto, siano le stesse che oggi ne chiedono la chiusura“, ha dichiarato Bonelli, continuando: “Se oggi siamo qui è perchè in questi mesi abbiamo lavorato con un fondo di serietà, portando risposte concrete per cercare di risolvere il problema. Oggi posso annunciare l’elenco delle persone che potranno entrare h24 nella struttura per monitorarne il funzionamento”. “Ci troviamo ora a dover risolvere i problemi legati a questo impianto e stiamo cercando di lavorare con il massimo della trasparenza. Credo che nel 2011 sia possibile gestire una struttura come questa con tecnologie più innovative, perchè questo impianto deve lavorare come un orologio italiano“, ha dichiarato Visconti.

Salute pubblica

A seguito della conferenza stampa, gli amministratori di Ama e del Comune hanno incontrato anche i residenti. “Quanto sono tossiche queste emissioni?“, è stata la domanda più frequente fatta dai cittadini. Ama, però, ha escluso categoricamente qualsiasi tipo di emergenza sanitaria, precisando che Arpa, Asl e l’Istituto Mario Negri stanno già intervenendo per fare nuovi controlli.

Io abito a Villa Spada e mia figlia di 21 mesi va qui vicino all’asilo, a 100 metri da questo impianto. Lì i bambini hanno vari sintomi: tosse, mal di stomaco. Chi mi assicura che non ci siano dei rischi?“, è intervenuta una mamma nel corso dell’incontro. Molti i cittadini che si sono presentati non per avere semplici rassicurazioni, ma certezze, pezzi di carta che attestino che non ci sono pericoli per la salute pubblica.

Oggi ci siete voi, ma domani ci sarà un’altra amministrazione e le parole non bastano“, hanno sostenuto diversi residenti. Ama si è quindi impegnata a rendere noti il prima possibile i nuovi studi condotti dagli enti preposti ai controlli. Alcuni residenti hanno inoltre detto di possedere certificati medici che attesterebbero dei disturbi fisici causati dall’odore proveniente dall’impianto: “Conservateli, potranno essere utili quando si faranno i controlli“, è stata la risposta degli amministratori.

Di spostare l’impianto, quindi, per ora non se ne parla. Alcuni interventi sono già partiti, altri partiranno nelle prossime settimane. Non resta che aspettare, e verificare se le misure adottate saranno sufficienti o meno a risolvere il problema. Alcuni residenti si dicono però preoccupati: “Chi ci assicura che il giorno in cui realizzeranno che questo impianto fa male alle persone perchè è troppo vicino al centro abitato e dovranno chiuderlo, noi nel frattempo non avremo avuto dei problemi di salute? In fondo così è stato anche per l’amianto, e ci sono persone che ancora oggi ne pagano le conseguenze“.